Il Cinema a Borrello

di Argentino D'Auro

Il Cinema a Borrello non vuole essere altro che una metafora dei “migliori anni”: quelli della fanciullezza e dei sogni che solo gli adolescenti possiedono a quell’età in cui tutto sembra magicamente possibile.
Borrello è stato il contesto che fece da proscenio a questo mondo incantato dove i ragazzi si muovevano liberamente come in un immenso parco giochi. Il cinema fu l’attrazione che più di ogni altra stimolava la fantasia incentivando il desiderio di divertimento di cui soprattutto i giovani sono dotati in gran copia. Ma il cinema a Borrello fu anche la testimonianza di un dono piuttosto raro di cui la collettività paesana godeva inconsapevolmente, senza sapere che ciò rappresentava da un punto di vista culturale un vantaggio notevole rispetto ad altre comunità limitrofe, tradizionalmente attratte dalle pellicole proiettate nello stabile di via Roma n. 51.
Gli aneddoti ed i fatti che caratterizzavano la vigilia delle proiezioni e durante le stesse sono stati vissuti in prima persona e pertanto sono rimasti indelebili nella mia memoria.
Ovviamente le storie raccontate rappresentano una summa di quelle che accadevano in simili circostanze. Esse, pertanto, non hanno la pretesa della esaustività, ma contribuiscono con sufficiente precisione, nel lasso di tempo compreso fra la fine degli anni sessanta ed i primi anni settanta fino alla cessazione delle proiezioni, a fornire un quadro abbastanza realistico di ciò che il cinema provocava in Paese, in particolare, su quelli che lo frequentavano perché amavano il cinematografo sia per semplice svago sia per amore dell’arte del racconto attraverso le immagini.
A Borrello, un po’ come nel film “Nuovo Cinema Paradiso” di Giuseppe Tornatore, il cinema ha costituito un momento di aggregazione della comunità, alla ricerca di sensazioni che solo il racconto visivo poteva dare e che la televisione non consentiva, anche perché non tutti la possedevano ancora. Attraverso il Cinema
ed il suo prematuro epilogo si può cogliere la memoria di una società in transizione e la parabola di una comunità non ancora conscia di avviarsi verso una graduale estinzione, a causa dell’inarrestabile calo demografico che, proprio a partire dal periodo che culmina con la chiusura del cinema, l’avrebbe inesorabilmente caratterizzata. Purtroppo, rincresce prendere atto che gli attuali tempi cupi stridono con la leggerezza e con l’armonia che regnavano nell’animo della comunità borrellana quando era ancora esistente Il Cinema a Borrello.


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